.menu. casa pagina. racconti. collegamenti.
.cambia stile. fatti sentire.vai giù.

Poche ore fa avevo addirittura provato a sostituire questo sito con un automatico e funzionale blog, niente da fare, nessun calendario, archivio o commento al post m'hanno fatto cambiare idea su questo sito. Beh, però qualche sistematina la dovrei fare, come a questo frame sulla destra, ormai quasi inutilizzato, non so, vedrò. Comunque. Sono tornato, eccomi. Dopo il consueto iniziale smarrimento la vecchia rutìn quotidiana mi ha riassorbito e del lido di venezia son rimasti solo i pensieri. Sia fatto spazio a sua maestà la Noia. Che qualcuno mi salvi, io sono troppo indaffarato nel perdermi. 15/09/04

Sempre tutto in ritardo, anche queste parole. Volevo scrivere qualcosa, qualsiasi cosa prima di partire: niente da fare, tutte nel cestino d "avrei potuto fare", come le faccende che avevo annotato nel bloc notes da fare per il viaggio, vabbè. Io vado a dormire le poche ore che ho a disposizione, a tra due settimane. 30/08/04

Beh, alla fine ci sono riuscito! Non è stato poi tanto difficile come sembrava, lo ammetto. Non è cosa da tutti, però ho un talento particolare per questo genere di cose. Oltre al pranzo infatti, ho superato me stesso rifiutando anche la cena, per il giubilo dei miei genitori. Ma perché ci tengono così tanto? Devo per forza andar via di casa e fare totalmente o quasi come dico io? Tanto non lo farei mai, poi avrei nostalgia di questa casa (non è vero, per ora non ho il -chiamiamolo così- coraggio di fare una cosa del genere). Comunque sia, da soli si mangia meglio (in certi casi), e lo testimonierebbero i tortellini delle sei men'un quarto di stanotte, se solo fossi in grado di resuscitarli. Dovrei far capire a qualcuno che a me di stare "sempre davanti a quel cazzo di computer" (Genesi 51, 15) non importa più di tanto; non dico di trovarmi qualcosa da fare, ma almeno non rompete l'anima (se riuscite a trovarla ovviamente). E infatti credo sia l'ora giusta per fare una passeggiata, prima che le strade si riempiano come ogni giorno. Sono appena (o già?) le sette di mattina. 26/08/04

Shhhh, silenzio! Sto tentando di dormire quanto mi basta e non far capire che lo sto facendo. Stamattina infatti sono comparso ai loro occhi presto, ma poteva darsi che fossi andato a letto prima del solito, come penso abbiano creduto (io non ho mentito), invece su quel letto stanotte non mi sono neanche seduto. Tra l'altro non ho neanche mangiato a pranzo, figuratevi se ora confesso di non aver dormito...! Non so se ci state capendo qualcosa, i miei neuroni già da un pezzo sono in letargo. I miei cari qui, quo e qua, gli voglio bene. Magari restando come al solito chiuso qui dentro non capiranno nulla, lascerò il piccì acceso con la musica, sì, proviamo. Al massimo potrò dire di essermi addormentato un attimo perché nel sogno precedente avevo dimenticato di spegnere la luce. Poi la andate a pagare voi la bolletta nel prossimo sogno! Non che cambi qualcosa se s'accorgessero che sto dormendo, vabbè qualcosina sì. Di sicuro a ogni pensiero che faccio mi avvicino sempre più alla partenza, sempre più... sempre che non mi addormenti e perda il viaggio. Occhei, ci provo, voi non dite niente, non fatemi brutti scherzi... sshhhhhzzzz... 25 pomeriggio/08/04

Ok computer, non è ancora arrivato il tuo turno, prima devo sistemare questa stanza poco disordinata. Negli ultimi anni mi sono migliorato, prima non si riusciva a uscire una volta entrati, ora magari è più facile. Perché devo mettere ordine nella mia vita, me ne dia mezzo chilo, grazie. Ordine, ché ultimamente mi sento così... così, così che non spiegare come mi sento, non bene sicuramente. Neanche male, un po' mi diverto in questo così, ma poco. Prenda due pillole di ordine dopo i pasti e si sentirà meglio. Però il pc può aspettare, sì, al massimo faccio tappa per ordinare quella roba. Uh, ordinare da un negozio online, però sempre di ordine si tratta, non me n'ero accorto. Sì sistemerò la stanza, anche se poi entro lunedì riporterò il computer nel suo luogo (dagli altri) preferito, e lunedì stesso, dopo che io la lascerò, verranno qui dentro a pulire (e soprattutto quella dannata, in senso buono, cambierà posto a tante cose). sì, non posso continuare così, con questo stato d'animo così, facendo colazione col pranzo, un disgustoso pranzo, disgustoso perché appena alzato io vorrei solo sapere se sono ancora vivo e basta, altro che andare a tavola; e andare a letto dopo l'alba (sono un cavaliere), quasi tremando e fantasticando ancora sveglio; o saltare la cena, per vari screzi e mangiare polpettine di carne formaggio e sarcazzo cosa alle cinque di notte, la prima era disgustosa e l'ho mangiata pian piano, poi l'altra decina tutte in un boccone alla volta, e dopo una coca cola calda, ristagnante in quell'alluminio, di cui neanche sento le bollicine perché sono evaporate (però sento fzzz lo stesso e rutto come sempre). Sarà la terza cocacola che bevo in ventiquattr'ore, e la sua tomba farà compagnia alle altre nel cimitero del vassoio di pop corn, adornato di cinque tovaglioli accartocciati disposti in una maniera che dire artistica è dire poco, quindi non lo dico. Ecco, ha raggiunto i suoi vecchi amici (amiche? boh?), e ho sistemato qualcosa, qualcosina, poca roba, pochina. Dovrei FARE delle commissioni prima di partire, che servono esclusivamente a me, chissà se le farò. L'importante non è finire, ma iniziare. Intanto il sonno comincia ad assalirmi, tra l'altro sento la stretta della malinconia allentarsi, anche la ragione va un po' a farsi un giro sotto i primi raggi del sole (ma perché primi se il sole illumina da chissà quanto tempo, magari si è stancato, e noi li definiamo primi). Potrei andare dal barbiere, in questo stato. Non che così (poco) lunghi mi stiano tanto bene, però è sempre un trauma farmeli tagliare, e non ho perché a un'eventuale vostra domanda. Però posso dirvi che ore sono, le sette meno un quarto, l'ora del seguace numero uno di quelo. 25 mattina/08/04

Il prossimo mercoledì scorso è passato, io sono tornato e ora siamo già a sabato. Non vi scriverò com'è andata, cos'ho fatto, se mi sono divertito, che tempo c'era, se l'acqua era pulita, se le cose costano di più, se c'era gente, no (e neanche perché non ho usato il congiuntivo in queste interrogative indirette); vi dirò le premesse, e basta, magari qualche fotoreportage inutile, ma solo quelli (e scadenti, tra l'altro). E allora, le premesse, in rigoroso ordine sparso. Intanto sono passati diversi giorni, a volte sono lentissimo a scrivere, comunque è martedì. Allora, le premesse, in un presente già passato: una settimana (più o meno) di soggiorno a lampedusa, ridente isola vicina più all'africa che ad agrigento, alla cui provincia appartiene (questo però l'ho scoperto leggendo su uno scontrino). La compagnia in casa di sei amici di mia sorella, la suddetta e tre bambini più o meno piccoli, più simpatici dei loro genitori (almeno a me). Una carnagione chiarissima unita a una quasi totale assenza di abbronzatura nonostante i vari e ripetuti e noiosi soprattutto avvertimenti da parte di parenti, amici, sconosciuti passanti di strada (beh, magari no). L'essere introverso che non riesco a togliermi di dosso, anzi, è proprio radicato dentro. E altro, tipo un brutto naso. Queste sono alcune premesse, per come è andata immaginatelo voi, a me non va. 17/08/04

Al prossimo mercoledì, ciao. 04/08/04

L'ho scoperto. Il problema è l'incipit; non proprio le parole iniziali, ma l'argomento con cui iniziare. O forse quello con cui proseguire, e terminare magari. Alla fine qualcosa dovrà pure accadere, non credete? Non per forza alla fine, basta che dia inizio a un qualche evento memorabile, questa noia mi annoia. Ma poi a voi cosa vi interessa? V'interessa che ho messo il piccì nella mia stanza e che vi resterà per altre tre settimane (tranne la prossima)? Di sicuro saprete che dovrei smettere di abusarne, disintossicatemi. Mah, anche voi vi sarete annoiati di me, quindi passiamo alle notizie dall'estero. Ad esempio quell'uccello che ha provocato un incendio in sarcazzo quale foresta o bosco americano, suicidandosi malamente tra i fili dell'alta tensione. Ne fanno veramente di tutti i colori questi uccelli per far notare la loro presenza. Siamo in un'epoca in cui tutti vogliono essere qualcuno, anche con questi blog, come dimostra il grande fratello. Ahahaha, io amo la frase che ho appena scritto e che ho letto o sentito purtroppo tante volte. E questi uccelli infidi vogliono bruciare la carta sui cui verranno scritte quelle frasi che tutti vogliono essere qualcuno (più o meno famoso). Non fanno certo il loro gioco, questi uccelli che cercano un po' di notorietà, da rubare magari a degli sposandi tra i pescecani. O erano squali? E se non esiste il nome sposando gliel'aggiungo io a margine, ecco. Oppure al tizio che potrà fare le linguacce dalla sua foto del passaporto, lui sì che merita la fama. O la fame, fate voi. Tornando alle notizie dall'interno, vorrei salutare la simpatica signora che mi ha fermato per chiedermi un'informazione davanti gli uffici della segreteria dell'università. E che mi ha fatto togliere il lecca lecca dalla bocca per risponderle, siccome noi giovani sappiamo tutto; ma lei non vedeva che io ero occupato? Vabbè, comunque ho risposto e ho fatto il gentile, non sono cattivo come sembro, affatto. Uno che beve acqua minerale naturale oligominerale coi cubetti di ghiaccio (presi con un cucchiaino) come può essere? Ok, non insultate, anche se quest'acqua fa veramente ribrezzo. E soprattutto, non abbandonatemi in autostrada, vi prego, rischierei di abbronzarmi. 02/08/04

Oggi, giovedì ventinove luglio duemilaquattro, la leva obbligatoria è stata sospesa. Ne danno notizia i deputati della camera che dopo poco più di una settimana hanno rivotato l'atto 4233 (infatti era 4233-b) in questo modo: 433 sì, 17 no e 7 astenuti. Con ancora zero esami all'attivo posso tranquillamente aspettare la fine del rinvio militare... o di quest'anno, tanto coincidono. Il giorno dopo metteranno il cartello "solo volontari". Aspettatemi lì, ci sarò, sì sì, ve l'assicuro, sarò volontario, non sto scherzando! Davvero, perché non mi credete? Vabbè, il primo che arriva prende il posto per gli altri, ok? 29/07/04

Come un attento direttore del marketing alle prese con i dati di vendita, sondaggi vari, opinioni di gente media e trend, devo tener conto della cinquantina di visitatori che sono giunti qui e quelli che continueranno a entrare per avere delle notizie sul ddl 2572. Finalmente è stato votato il ventuno luglio al senato. Nella seduta n°641 sono stati messi in esame gli articoli e nella n°642 vi sono state le dichiarazioni di voto e il voto stesso... e come tutti già sapranno, è stato approvato (con vari modifiche e emendamenti). Non starò qui a discutere di votazioni e relazioni, anche perché topo gigio saprebbe più di me in materia di diritto pubblico. So solo che manca un'ulteriore votazione alla camera dei deputati per le modifiche apportate. Eh beh, oggi ho voluto parlarvi solo di questo, vi lascio con le parole dei senatori su un emendamento (aprite il link e cercate il G27.100, quello ritirato) e una interpretazione sull'articolo uno. Va bene che il rinvio è fino al 31 dicembre 2004, ma non credo che un giorno possa fare la differenza, ormai è fatta (spero). A voi la parola!
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell’articolo 27, sul quale è stato presentato l’ordine del giorno G27.100, da intendersi illustrato. Invito il relatore ed il rappresentante dl Governo a pronunziarsi sull'ordine del giorno in esame.
ZORZOLI, relatore. Signor Presidente, la situazione è semplice e complessa al tempo stesso. Dal mio punto di vista i princìpi affermati nell'ordine del giorno sono già completamente recepiti dalla normativa. Ho saputo che la preoccupazione degli estensori dell'ordine del giorno è quella di fare chiarezza ma, per la convinzione che ho manifestato precedentemente, temo che un atto di indirizzo anziché fare chiarezza possa introdurre il dubbio che la norma sia diversa da come la intendono il relatore e il Governo. Se l'ordine del giorno fosse accolto potrebbe nascere il dubbio se coloro che hanno usufruito del rinvio debbano essere chiamati o meno. Sia io sia il rappresentante del Governo siamo convinti che ciò non debba avvenire. Impegnare il Governo "a valutare la possibilità della concessione della dispensa" significa introdurre incertezze rispetto alla decisione. Mio malgrado sono costretto ad esprimere parere contrario all'ordine del giorno, di cui chiedo il ritiro.
PRESIDENTE. Chiedo al primo firmatario dell'ordine del giorno se accoglie l'invito al ritiro.
NIEDDU (DS-U). Signor Presidente, non avrei difficoltà a ritirare l'ordine del giorno G27.100 purché rimanga agli atti che la norma va interpretata nel senso indicato dal relatore, cioè che dal 1° gennaio 2005 non sono reclutabili coloro ai quali è stato concesso il rinvio per ragioni di studio fino a quella data.
PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo a pronunciarsi.
CICU, sottosegretario di Stato per la difesa. Il Governo conferma questa interpretazione: coloro ai quali è stato concesso il rinvio non saranno chiamati a svolgere il servizio dal 1° gennaio 2005.
PRESIDENTE. L'interpretazione rimane dunque agli atti dell'Aula.
NIEDDU (DS-U). Signor Presidente, ritiro pertanto l'ordine del giorno G27.100.
E ora aspettiamo la cameretta e il suo atto 4233-b! 23/07/04

Ed è record! (da pronunciarsi alla maniera del telecronista di holly e benji quando un pallone di forma qualsiasi bucava le reti e lui esaltato: ED E' GOL!). Vorrei tenere aperta questa parentesi su quel mitico cartone ma non è il momento (è una delle frasi più politicamente corrette che ho scritto, se ho accordato male fate voi). Ora è arrivato il momento che tanto aspettavate! No, non cancello il sito, vi racconterò solo pochi aneddoti stupidi accaduti oggi, sicuramente non divertenti; non so neanche quanti saranno, anche se sono stati. Luci basse, aneddoto poco o nulla divertente numero uno. Di solito decido incosciamente se avere o no tempo da perdere nel fare le cose e proprio stamattina non ne avevo. Vestito nella maniera più, oddio, alla moda che il mio stomaco possa sopportare, esco dall'ascensore e mi controllo un attimo allo specchio del pianterreno. Maglietta rossa con qualche pezzo di stoffa un tempo bianco, ora rosa, cucito di sopra... pantaloncini beige o quel che è che arrivano alla caviglia o su di lì (odio chiamarli... pinocchietti, argh) e ciabatte da mare molto poco chic ma very very speedy, e vi risparmio i dettagli sui miei capelli. Forse questa descrizione non c'entra nulla con l'aneddoto, forse non c'entra con l'universo tutto e dintorni, ma tant'è. Tant'è che avevo così fretta che appena sono sulle scale davanti il portone ho il tempo per: osservare per un po' la strada di fronte; voltare lo sguardo verso la mia destra e notare la signora che con due sacchetti camminava sul marciapiede venendomi incontro; pensare che quei sacchetti fossero destinati a una puzzolente fine nel cassonetto distante una ventina o più di metri; non pensare che buttare rifiuti a mezzogiorno non è tanto normale, ma io non lo sono, quindi penso malamente; ascoltare con poca attenzione le parole a me rivolte da quella signora che ripetè per ben due volte qualcosa che ora non ricordo ma che mi doveva far riflettere prima di SBATTERE VIOLENTEMENTE IL PORTONE e dopo mezzo secondo dire "mi scusi" e sentirmi rispondere "grazie". Mentre attraverso la strada avevo tre diversi pensieri: quella forse è la nuova vicina di casa, stesso pianerottolo. Allontanarsi da quella signora dandole le spalle e sotterrando la questione, perché, Riderle in faccia (il terzo pensiero messo in atto), non è gran cosa. E' stato tutto così spontaneo che ho pensato solo dopo che mi sarei potuto fermare, prendere le chiavi, aprire, fare entrare, dire "prego", stavolta lo dico io, e chiudere piano. E invece voglio solo ridere, affanculo le buone maniere (atti e pensiero, ricordo, sono spontanei). E rido al solo pensarci. Ma ora, rullate i tamburi per l'aneddoto tristo numero due. Camminando a qualche centinaia di metri dopo la suddetta signora, m'imbatto in un professore del liceo che frequentavo fino a un anno fa. Era in un'altra sezione ma comunque mi conosceva, parente di amici di famiglia, e soprattutto mi chiedeva sempre qualcosa su computer e internet (io grande capo sapere tutto, augh). Per cambiare marciapede è ormai troppo tardi, quindi mi affido al destino rispondendo al saluto con un neutro "buongiorno!". Ci sono circa un centinaio di persone che sono in bilico tra formalità e informalità, e non so mai se usare il tu o il lei. Però se inizi subito a farmi una domanda su internet, TU sei solo un rompicoglioni (amen) e meriti solo il tu. Oddio, oggettivamente forse lo è, però a me piace dare una mano, anche perché non lo faccio quasi mai. Diciamo che è un bisognoso (sogg.) rompiscatole (ogg.). Di sicuro guadagna migliaia di punti nella mia classifica perché non mi chiede come va l'università. Credo di stare per cambiare facoltà solo per non sentirmi ribattere "e commercio" alla mia risposta "economia", o forse quel corso non mi piaceva proprio.. appunto, sì, quello. Comunque a parte la domanda non tanto stupida e la risposta ripetuta trenta volte, mi passa per la testa che qualche settimana fa una qualche discendente americana di emigrati da questa città mi ha chiesto (dannato guestbook! perché ho firmato?) l'indirizzo di questo tizio. Il problema è che devo capire perché aveva quello sguardo mentre mi diceva qual era, dandomi il consenso. E' inspiegabile, un po' come la sua voce. Sarà che scrive per la cronaca cittadina sul giornale regionale: vorrà scrivere un articolo? Perché mi faccio gli affari degli altri... in questo modo strano? Speriamo almeno che non legga mai queste righe, o no? Vabbè, cambiate la scena, aneddoto tre. Tornato dopo circa due settimane ad accendere il pc dopo cena, ho trovato (e vi è ancora) una zanzara morta sull'opuscolo della riforma moratti che uso a mo' di tappetino per il mouse ottico. Ah, aspettate, era solo un po' di polvere, vi giuro che me ne sono accorto solo ora. Ma era uguale! Questa notizia mi ha sconvolto, vi volevo parlare della zanzara morta e invece... Penso che domani avrete tutti le informazioni nei tg, roba da far passare il suicidio delle dolomiti in secondo piano. Ora mi dedicherò allo spam selvaggio sui blog, è la mia prima volta, dovrò pur farlo un giorno! Non vi preoccupate, non mi farò contagiare. Prologo della fine: in teoria il record di cui ho scritto all'inizio era per aver scritto due paragrafi nello stesso giorno. Poiché anche questo sito è soggetto agli umori del tempo il record è stato sostituito, il giorno è cambiato, però la lunghezza di quanto ho scritto stasera supera tutti i precedenti, resoconto annacquato a parte. Se stai leggendo queste ultime righe vuol dire che hai scrollato in basso e hai letto la fine perchè era troppo lungo, e tra poco uscirai dal sito... ti odio! 19/07/04

Sono arrivato al secondo "bicchiere da almeno 30 cl di gassosa con due enormi cubetti di ghiaccio" della mattina, e dopo il già citato bicchiere quella volta ripieno di caffelatte più due plum-cake, non credo che il mio stomaco gradisca. Se volete posso aggiornarvi su cosa produrrà grazie a tutto ciò che sto ingurgitando, ma anche no. Però in compenso vi scrivo che in questo momento sto ascoltando mezzo cd dei chemical brothers, mezzo surrender. E ieri sera poco prima di uscire sono rimasto a letto ad ascoltare use your illusion (rossa copertina, uno, quindi) dei guns and roses, davvero notevole, ma già lo sapevo, non so voi. Tutto questo per farvi capire poco sui miei gusti musicali, anche perché il primo gusto per ora si chiama radiohead. Oppure potrei aver detto tutto ciò per scrivervi del mio ultimo sabato sera fuori casa. No, questo no. E' durato solo un'ora e neanche i carabinieri mi hanno fermato. Perché non mi hanno fermato? Un po' di compagnia, no, niente. Qualcosa però l'ha scritta, ma chissà cosa... comincio a odiare la mia patente. Comunque per oggi mi fermo qui. Anzi no, un po' più avanti, ancora, ancora un'altro po'... ok perfetto! 18/07/04

Sì sì, eccomi, son tornato. Non cominciate a intonare la solita nenia che vi sono mancato perché stavolta non vi credo. E poi venire a mancare è l'ultima delle mie aspirazioni; il problema forse è che ve ne sono poche altre prima di questa. I guns and roses sono arrivati a metà cd e io ancora ho scritto così poco... Io ho paura del "sentito dire", sarà per questo che scrivo solo di cose e fatti che mi riguardano più o meno personalmente? Ho lasciato questa domanda in sospeso per circa venti ore, ora sono nuovamente tornato. Settimo cielo è terminato, ma il televisore lo lascio muto. No, un attimo, c'è quell'insulso viscido "tra poco" che serve a far guardare quanta più pubblicità possibile allo spettatore. Ti fanno vedere quel minuto o due di telefilm spacciandolo per informazione di quello che verrà trasmesso dopo gli interminabili consigli per i non-acquisti, ma fanno proprio parte del telefilm quei due minuti, devi vederli. Forse peggio di mettere la pubblicità prima dei titoli di coda, questa tra i due minuti e la sigla. E in più altre due interruzioni. Così per guardare tre quarti d'ora o anche meno di telefilm impieghi un'ora. Ma già tanto lo saprete. Però dovrei guardarne buona parte mentre mangio con la famiglia, e io detesto farlo. Anche la cena a sè stante non è poi così gradita. E il pranzo. Forse sono io il problema. In questo ben lungo periodo vivrei bene soltanto da solo, in una casa solitaria lontana dai rumori intra ed extra casalinghi. Comunque non cambio, non posso cambiare... canale. E poi m'annoierei in un certo senso, credo. E, occhei, guardo elli mcbil, a volte lo registro e lo guardo dopo, fatemene una ragione. A tra poco. 15/07/04

Non è solo perché passo meno tempo libero al pc, è proprio che non so proprio perché: è così e basta, accontentatevi. Tra l'altro in questo periodo il mio tempo libero corrisponde all'incirca a tutto il giorno e la notte meno le ore che passo a dormire. Per tutti quelli che vengono qua a informarsi sul ddl 2572, v'informo che la discussione generale dovrebbe essere terminata, a quanto si legge in quella pagina. Quando voteranno? E lo chiedete a me? Io al massimo so quanto fa due più due. Intanto winamp cinque mi offre la visione dei video di bjork e radiohead, e io non sono il tipo che rifiuta certe occasioni. Magari altre frasi da scrivere ci sono ma questa volta è meglio spegnere. E comunque dueppiùddue fa cinque. 08/07/04

Con la luce già spenta e la mente e l'orologio rivolti verso il nuovo giorno, decido di tornare un attimo alla mia simil-vita e sfogarmi nella maniera più silenziosa possibile contro un ancor più timido blocchetto di carta. Forse è troppo piccolo per far venir fuori una stella danzante, ma il casino -ciao Fede- che ho dentro non mi fa smuovere per null'affatto. Credetemi però quando dico, e me lo dico spesso, che in realtà non sono proprio così. Saranno le parole che uso, tanto depresse che dovrò pagare chissà quante sedute dallo psicanalista per loro turbe. O è probabile che alla gente non importi quale sia la realtà, basta che ce ne sia una che altrimenti facciamo tardi e c'è traffico. Ma non scrivo contro la massa, quella non esiste mica, siamo noi singoli a darci tante arie. Quella è una realtà impacchettata con tanto di data di scadenza impressa sul culo della confezione. Ma non avete sentito dire nelle vostre foreste, che è scaduta? Sì, perché qui non si muore più, al massimo scadi. Parti abnormi del pensiero a parte, io continuo ad aspettare, qua non passa nessuno... aspetto aspetto aspetto di non avere rimorsi e rimpianti. 02/07/04

Forse è l'unica cosa che desta un po' di interesse in me, tanto che sarà la terza volta che ne parlo. Spero l'ultima, prima che queste pagine vengano adibite a un resoconto sbiadito delle visite. Sarà che ora non accade nulla di vagamente interessante, ma la colpa è solo mia. Vabbè, ormai sono qui, tralascio i mea culpa e vi dico quello che dovevo dirvi in questo discorso tappabuchi. Non ho segnato date e orari, ma d'altronde non ce n'erano i motivi, delle ricerche su un motore di ricerca di "italiana sesso" "riprendere vivere" "onomastico" "documento privacy" "giorno gradi", che hanno portato qualcuno su questi lidi. Certo che volere avere notizie su come riprendere a vivere ed entrare qui dentro non è proprio il massimo; ma chissà che informazioni voleva quel tizio, non lo sapremo mai. Oggi qualcuno s'è arrischiato di entrare cercando nientemeno che "cinema visione", ma soprattutto ho scoperto che inserendo Radiohead come chiave di ricerca (o come diavolo si chiama) sono addirittura al ventiduesimo posto. Vi assicuro che non so proprio perché su tiscali.it sono così in alto, proprio non lo so. Di sicuro dovrei tentare qualcosa per avere lo stesso trattamento su Google ed estendere pian piano il mio dominio sul mondo, vedremo nei prossimi giorni. Sarei un buon dittatore, non disperate. Intanto informo i pochi interessati che in questi giorni continuerà la discussione al senato del DDL 2572 relativo alla sospensione anticipata del servizio di leva, ovvero dal primo gennaio duemilacinque. I miei non vogliono che io parta, quindi faccio il tifo per questo ddl che li renderà senz'altro felici (loro lo fanno per me, che ci volete fare, non vogliono che perda il mio prezioso tempo, ma questa è un'altra storia). 29/06/04

Proprio ora ch'il fato mi impone di scrivere a notte pesantemente inoltrata qualcosa su questo piccolo bloc notes, capisco che non sempre è facile avere dentro la voglia/forza/ o bisogno di dire qualcosa. Proprio al terzo giorno di aggiornamento continuo. (Ancora non possedete la capacità di osservare direttamente la mia vita, per fortuna direi, quindi devo assolutamente informarvi che tra queste nuove parole tra parentesi e le vecchie vi sono dieci ora circa di differenza, trattandosi comunque dello stesso giorno. A volte non riesco a scrivere niente che non riguardi la mia vita, certe altre mi fisso proprio sul mio scrivere. Mi veniva da dirvi che anch'io sono un visitatore che spera ci sia sempre qualcosa di nuovo e che all'ennesima visione dei vecchi discorsi prova quasi sdegno, come se essi non fossero mai stati. A dire il vero per ora i miei pensieri non sono in grado di elaborare teorie, men che meno quelle tra creatore e visitatore. Spesso non ho vere opinioni da esprimere, e taccio di conseguenza. Proprio io che esalto il soggetto... o almeno credo. Ecco, è uscito da me un desiderio, instantaneo. Non visitatemi se non vi piace l'aria che si respira qui, però se notate sempre le stesse parole, tornate un altro giorno). Io intanto dovrei cominciare a vivere come dicono gli altri... vedremo. 26/06/04

In attesa che la nuova tecnica di raffreddamento della cocacola lasciata aperta nel freezer abbia effetto, mi chiedo come mai si possa cercare "compagnia femminile" ed entrare proprio in questo sito. Sono al quindicesimo posto, non vi scomodate a cercare (e se volete non mettete le virgolette). Sarà che tiscali mi ha in simpatia, o forse sono io ad essere fissato sui referrer (che dovrebbero essere ciò che cercate). Nel frattempo, ora la cocacola ha i pezzettini di ghiaccio dentro, leggo su la repubblica di ieri (per poche ore, ma sempre ieri) che la giubendus ha deciso di cambiare logo e, non paghi, le striscie saranno più larghe di nonsoquanti centimetri. Ah, il logo diventa più arioso e leggibile e ora le striscie si chiamano bande, eccetera eccetera. Appena un momento dopo aver letto la parola bande (o forse ARIOSO) mi ritorna in mente un piccolo episodio. Non che sia tanto interessante, però c'è e mi torna in mente... ecco, ero a napoli mentre aspettavamo di ripartire alla volta della romagna, dopo il viaggio in nave. Bei tempi quelle delle gite, comunque avevamo non so quante ore o minuti in cui potevamo girare indisturbati per la città. Diciamo che giravamo per i negozi, negozi sportivi mi pare. E proprio in uno di questi me la presi con un commesso perché le squadre usavano e mettevano in commercio maglie nuove solo per venderne di più ogni anno. Non fu un diverbio, quasi... a dire la verità ricordo solo qualcosa e nulla più. D'altronde accadde al primo anno delle superiori e avevo appena cominciato a odiare il marketing. Forse. 25/06/04

Ed eccomi di nuovo qui: dopo aver posto le basi per un nuovo visionario stile che penso vedrete domani, se mai v'interessasse (e se mai c'arriverò), mi impongo per una volta di scrivere qualcosa. Non prima però di aver preso a pugni le cuffie, che come al solito perdono la voce a tratti, dannate false invalide, per potere ascoltare al meglio, anzi al massimo, queste canzoni dei franz ferdinand che ho scoperto da poco. E tutto ciò mentre faccio errori di battitura e degusto un po' di gelato al limone, e voi non vedrete né gli uni, né l'altro; anche se qualche errore lo farò di sicuro, poiché ho sonno, forse un po' troppo, forse più che errori c'è solo confusione. Di sicuro oggi mi sono scervellato di capire chi diavolo (un povero diavolo) abbia portato qui ieri ben ventisei visitatori; forse mi faccio paranoie, però al momento mi piacciono solo queste... per cui, va bene che ho scritto qua e là (forse solo là) da dove provenissi, d'accordo che ormai c'è gente che ha bisogno di me come neanche le ciabatte per i miei piedi (forse nessuno, però è bello illudersi), però a dirla tutta non so dove voglio andare a parare con questa frase, per cui la finisco qui. Qualcuno è arrivato persino cercando su tiscali.it "chi sono" o "pensieri scrivere", valli a capire. Come se dopo tutti gli imbrogli elettorali e no da parte degli scandinavi questo è ancora la terra promessa per molti. Non vorrei urtare la vostra sensibilità ma "e no" è perfettamente corretto, però magari già lo sapevate che è meno (o affatto, chi può dirlo) corretto dire "e non". Ma non perdete la fiducia nelle istituzioni, fate come me, sperate che il senato voti favorevolmente e abolisca il servizio di leva dal primo gennaio duemilacinque. Altro che rinvii per motivi di studio... pfff. Però in effetti dovrei darmi da fare, devo trovare qualcosa che mi piace, qualcosa sì, qualcosa. Sapete se domani il negozio che vende stimoli è aperto? 24/06/04

Visto che si tratta di 12719 caratteri, circa cinque volte più del normale, ho messo l'ultimo intervento in una pagina a parte, QUESTA. Cliccate dunque. 21/06/04 (mattinata del 17)

Immaginate una persona che un giorno qualunque si sveglia e si mette a camminare. Non importa come sia vestito, che faccia abbia, né tantomeno dove esattamente vada, l'importante è andare avanti, trovare anche il motivo stesso per cui cammina. Solo che a un certo punto, dopo pochi millimetri o milioni di chilometri, l'unica cosa che riesce a trovare è un muro invalicabile, per cui si gira e torna indietro, capendo quello che voleva capire. Dire che al momento mi sento così è molto azzardato, non so neanche perché m'è venuta in mente quella figura, forse è troppo difficile esplicare il mio pensiero, che vi assicuro è molto intricato e difficile da sbrogliare. Forse in realtà non ho capito un bel niente, e anche se ora affermo che è già tanto riuscire a comprendere qualcosa di se stessi e figuriamo se abbiamo come oggetto gli altri, anche se ora l'affermassi magari tra chissà quanto tempo crederò in altro. Al momento ho incosciamente deciso di fare piccole decisioni in quasi ogni momento e vivere come meglio mi pare, tornando indietro e andando avanti senza condannare quello che ho fatto o che penso di fare, e soprattutto quello degli altri... accettazione di vita. E magari sentirò gli occhi degli altri pesarmi in maniera diversa, per ora non m'importa quello che tutti dicono di pensare. Poi magari domani no. Io mi chiamo contraddizione. 16/06/04 (ma pubblicato il 20)

Vi giuro che quando ieri pomeriggio sono passato davanti l'oculista, degnandolo di un solo sguardo e passando avanti, non l'ho fatto per dispetto o chissà cosa. Semplicemente ci sarei andato poco più tardi, al ritorno, non sarebbe stato comodo portare con me quella busta con la confezione di liquido per lenti a contatto dentro. Ve lo giuro, non potevo sapere che già alle sei e mezzo sarebbe stato chiuso, come a dire la verità mi aspettavo che fosse durante quel pomeriggio. Non so cos'avreste fatto voi al posto mio, anche perché mi par difficile che dei brutti ceffi possano essere scambiati per un essere così quasi perfetto, però oggi mi andava di uscire con mezza vista o poco più, come se domani stracciassi una maglietta e uscissi con indosso metà di questa. Certo, non è la stessa cosa; certo, ho dovuto attraversare solo poche strade poco trafficate, però ipotizzate che per uno strano caso del destino quelle poche diottrie deficienti (nel senso che mancano) avessero deciso della mia vita. Morire nel giorno del proprio onomastico non è la stessa cosa che farlo durante quello del compleanno, però è qualcosa. Pensateci, dunque. No, eh? In effetti sarebbe più probabile che un meteorite bussasse alla mia finestra perché ha finito lo zucchero, però non si sa mai nella vita, un giorno ti tagliano i capelli troppo corti e quello dopo voti vedendoci poco, come molti italiani (uuh, anche satira oggi, e che satira!). Di sicuro senza lenti, lentine e lentucce sembro sbadato, sovrappensiero, inerte, forse anche quando le indosso. La colpa sarà di quello (e quelli) che mi circonda (e circondano)? Ne potremmo discutere, però adesso scusatemi, vado a controllare, ho sentito qualcuno bussare... 13/06/04 (trascritto il 14)

In questi giorni il computer si blocca da solo, ne ha un po' abbastanza. Settantuno gradi centigradi ora. La ventola funziona male, stride si contorce si lamenta e soprattutto raffredda poco. E la temperatura del processore s'impennaa. Ottanta gradi centigradi, e si blocca. Ma a me poi non importa poi così tanto, ho tolto una paratia del case e ho acceso il condizionatore e alzo il volume delle casse perché il rumore è insopportabile. Io odio i rumori, soprattutto se insopportabili, ma se si blocca il computer non m'incazzo. E la ventola si calma, penso sia dotata di vita propria. Settanta gradi, dite che riuscirò a scrivere tutto prima che si blocchi? Non salvo il file, no, ho fiducia. Settantaquattro.. a settantanove mi salvo, se arrivo illeso, pensa il file. Io odio i rumori. Ho mentito, bluff, ho salvato a settantasei gradi, il mio quinto senso e un quarto mi ha avvertito pochi secondi prima dell'irreparabile. E continuo ad odiare i rumori molesti, e quando entrano nella mia stanza mentre leggo, questo proprio non lo sopporto e divento intrattabile: tutto si fa nero e non si riesce a fare niente per il resto della giornata. Solare dentro lunatico fuori. E cinquantuno gradi dentro il processore. 07/06/04

People on streets. Sì, ancora queen, quasi ogni giorno queen, per ora è la colonna sonora della mia stanza e lo sarà fin quando non mi accorgerò di aver cambiato abitudine. Di gente per le strade ce n'è poca, poche macchine motori clacson, quasi non si sentono, l'aria può entrare fresca e tranquilla dagli spiragli della serranda; e invece si intrufulano delle note non certo gradite, che dall'inghilterra regale mi trasportano nell'italia neomelodica. I missili cerca-stereo-a-tutto-volume mi devono ancora arrivare, quindi l'unica possibilità è quella di chiudere la finestra. L'aria che arriva dal condizionatore rinfresca un po' la stanza, ma nulla potrà contro i fumi che cominciano ad uscire dalla mia testa. E sono qui a scrivere in penombra, nonostante basti poco per sostituire la lampadina fulminata da qualche mese con quella che giace da qualche mese meno tre giorni sopra la cassettiera; ancor meno basta per alzare la serranda e avere una comoda illuminazione a bassissimo prezzo; per non scrivere della lampada sulla scrivania e del suo bottoncino nero. Sono succubo di questa stanza, di questa casa: mio rifugio, mia condanna. 06/06/04

E' passato più di un mese da quando ho iniziato a scrivere qui, alcune cose sono cambiate, molte altre no. A dire la verità non capisco cosa penso sia cambiato, forse non sapevo che scrivere, non lo so neanche ora, infatti disegno mostri barche e marinai in una stilizzazione ai limiti della comprensione; inchiostro sul vetro e sotto una cartina, è così irrazionale quello che dico, ma così infantile. Beh dovrei darmi una mossa, sono troppo statico, per poco non mi blocco anche qui, che doveva servirmi a fare i primi passi. Ho paura di mostrarmi? Sì, sono dannatamente timido, voglio che le persone entrino poco a poco. Ero figlio della sensibilità, tutto lasciava un segno su corpo e anima. Ora che ho sposato la lagnusia solo il corpo è rimasto com'era. Se metto mezza mano in tasca per pochi minuti dopo vi saranno delle linee, se succede qualcosa non mi preoccupo e lascio che il tempo mi culli (e mi tolga qualcosa di vitale). Sono seduto alla fermata degli autobus, c'è chi aspetta in piedi; c'è chi scende c'è chi sale e io sto a guardare, ogni tanto chiudo gli occhi. Aspetto, sarà in ritardo, aspetto, sarà stato soppresso? Poi a un certo punto dovrebbe capire che l'autista è lui. Sì, ma aspetto che qualcuno venga a dirmelo, qualcosa di carino di sesso femminile grazie, tu vai bene, se vuoi, io aspetto. 29/05/04

Questa è una sfida: io contro la finestra a muro. Questa è una rivincita: della finestra su di me. Questo sarà anche un reportage fotografico che non vi sognereste mai di trovare in alcuna rivista, a meno che non siate completamente pazzi.. questi sogni non li faccio neanch'io. O forse vi è così tanta verità che molti hanno paura di entravi, anche perché è una finestra del quinto piano. No, loro no, ma io sì, io sono qui e non potrei trovarmi altrove, anche perché altrimenti non sarei qui ma.. occhei ho capito, sembro il mago forrest dei poveri, diamo inizio alle danze, anche perché *rumore di mazza chiodata sulla nuca*
Un vecchio aggeggio antidiluviano ancora in funzione suona per me il secondo disco con i più grandi colpi dei regina e decido quindi di condividere questi suoni con chi sta oltre quel vetro. Letta di sfuggita una più che mai esatta formula matematica, apro senza indugio alcuno la finestra. Le rondini "rondinano" a pochi metri da me e sembrano quasi ballare e cinguettare al tempo di innuendo, ma a quanto mi sarà rivelato in seguito, volavano e cinguettavano per i cazzi loro. Il cielo è uggioso, non poi così uggiosissimo, diciamo uggiosamente uggievole, ma non si può avere tutto dalla vita. Dal panorama invece si può avere, che dico, godere della splendida vista del carcere cittadino. Sento delle voci, cantano! Stanno cantando, e suonano pure! oh how I want to be free.. oh how I want to break free...! O forse è solo la playstation che mi gioca grandi brutti colpi, pardon, tiri. In lontananza una ciminiera sparge uggio nell'aere e il poco mare che riesco a scorgere non fa niente per fermarla... o per fermarmi. Dubitante che qualche essere umano sia arrivato fin qui, giungo ora a descrivere il meglio che questa finestra riserva per me (e io per voi). Alla mia finestra sul cortile (credo ci sia un cortile in basso) si oppone la finestra di fronte. Le finestre di fronte! E quelle a lato! Che grandioso spettacolo, chi sono io per meritarmi tutto questo? La legge sulla privacy e il colore orribile della serrande (tapparelle per gli anglofili) mi impedisce di mostrarvi ciò che mi si para dinanzi in questo momento. Inondatami la vista da questo mostro (di bellezza) fatto di cemento armato, un solo dubbio mi attanaglia.. che diavolo è quello? O forse sono due i dubbi: perché diavolo non ho ancora chiuso questa finestra? Sprigionando uggio da tutti i pori, nonché un po' di raffreddore, finalmente la chiudo, non prima di aver mandato tutti quei festanti volatili a cagare, magari sulla testa di qualcuno che torna ora a casa e, ignaro di queste righe, pensa tra sè e sè: Stasera il cielo è proprio ugg... eccì! 24/05/04

Un quid mi riporta tra queste pagine. Sarà l'ora tarda? O presta? Io mi presto a tal genere di cose, soprattutto con questo odore di vernice fresca scaturito dal pennarello nero: non pensavo che il nulla si potesse odorare, e invece... ché poi il nulla potrebbe anche essere bianco, ma non ho trovato un pennarello con questo colore così poco colorato. Ora prendete le forbici con le punte arrotondate e uccidetevi; se non amate le rotondità o incontrate qualche difficoltà, chiedete aiuto ai vostri genitori, ma solo se non sono in grado di intendere e di volere.
Stavo giusto pensando a dove sarei arrivato scrivendo quell'incipit, ma la mia mente non è stata in grado di immaginare ciò che avrebbe concepito pochi secondi dopo. Ora scrivo ciò che avrei voluto scrivere alcuni minuti fa. Mi sto sforzando di capire perché ho creato questo sito: non è un modaiolo blog, piuttosto è più simile a un diario. Esatto, un diario, come quello in cui si scrive caro diario all'inizio, seguito da un fiume, di più, un mare di facezie. Ma forse i blog sono l'evoluzione dei diari, il più forte sopravvive, il più debole va al costanzo show, eccetera. Però non chiamatelo blog, si offende, sia solo perché è fatto senza layout e roba varia di produzione industriale, ma portoriti direttamente dalla mia mente; e vi assicuro che trovare un buco per farli uscire è difficile. E poi è tutt'altro che user friendly. Soprattutto io scrivo per me, per capire se queste elucubrazioni mi serviranno o sarebbe meglio dimenticarli nel labirinto della mente. Forse ripeto troppo spesso mente, ma c'è una cosa su cui questo sito non mente, ma l'ho dimenticata. 16/05/04

Luogo: cinema. Personaggi: io, un mio amico e qualche altro. Svolgimento: Chi è meglio di un amico che non vedevi da tempo come compagno nella visione di un film? E' come se non l'avessi scelto, è così e basta. Il film è il secondo volume del guglielmo da assassinare, ma non ha tanta importanza. Come non lo ha il biglietto: a volte le cose hanno un prezzo da pagare, a volte no. Seconda fila, forse un po' troppo vicini, meglio aspettare un po' in piedi. Ma che fa? Paga il biglietto? Mah, io sto bene così, non mi pronuncio. Mi siedo, magari inizia da un momento all'altro. Però il biglietto; o forse non è il biglietto, fatto sta che ho un qualcosa dentro. Mi alzo e comincio a camminare, tanto non ho niente da perdere. Bella questa porta a mo' di ascensore, non l'avevo vista, ma d'altronde non eravamo passati di qui. Aspettate, ho dimenticato una cosa dentro, chi è che parla così tanto? stanno uscendo tutti. Rientro da una porta di sicurezza aperta, e voi che volete? Pellicola bruciata, ed è colpa mia. Scuse, che non bastano, ma a me sì. Ne parleremo un'altra volta, cari. Meglio riprendere le scarpe che avevo lasciato sotto il sedile della prima fila, o era la seconda? A molti capita di camminare senza pantaloni, o nudi, che volete che siano un paio di scarpe? In effetti non ci sono più i sogni di una volta. 10/05/04

Lo stesso (vedi giù) motivo per cui non scendevo dal letto verso le tre di pomeriggio: il far nulla dopo, il sentirsi svogliati e svuotati. Difatti non ho fatto poi molto prima di scrivere queste riga che non riuscivo a far venire fuori da qualche giorno. E per questo ringrazio i Radiohead, originale gruppo costretto a suonare nel mio lettore cd e Baudelaire, assieme a cui perderò l'aureola, non so quando. Certo che scrivere su un bloc notes, nella solitudine della propria stanza, poiché disturbati dalla presenza di altri accanto al computer e poi farlo leggere al resto del mondo è un po' un paradosso. "Un po'" perché forse non lo è. "Paradosso" perché forse lo sono io. 03/05/04

Mi vergogno di essere ringraziato per aver fatto compagnia a qualcuno, quando in realtà quello a sentirsi meno solo sono stato io. Forse hanno ragione a parlare di somiglianza.
Non facevo compagnia all'alba da un po' di tempo, ma se ho mancato in questa mia abitudine ci sarà stato un motivo. 02/05/04

Non so se parlarvi di Canone inverso. Comunque sia a me è piaciuto, ma non vorrei intraprendere lotte con i lettori critici. Anche perché questo non è soltanto il giorno del film, ma soprattutto quello del "le cose che avvengono non sono mai quelle che avresti pensato poche ore prima". Sarebbe stato plausibile trovarsi alle due di notte seduti fuori a mangiare un gelato, senza giubbotto, ma non pensabile. Io avevo debolmente deciso di passare la serata chiuso tra le circa quattro pareti della mia stanza, con la vista e il tatto uniti contro l'esercito di esercizi d'inglese, l'udito rivolto al concerto in differita e il palato e l'olfatto in panchina. Invece mi ritrovo sdraiato sul letto, pensando magari di dormire, di rifugiarmi sotto il piumino, magari purificarmi sotto o immerso nelle acque dei bagni della mia dimora. Invece sento qualcosa che si muove, per pochi secondi. Era uno squillo. E' lo squillo che mi strappa dal torpore e riapre gli occhi. Rispondo, anche se poi quella persona non la incontrerò, forse anche per colpa mia. Esco a piedi, dovrò pur muoverle quelle gambe. Incontro qualcuno, esco con alcuni, torno con certuni. Ok non è stato il massimo, a quanto avrete capito, ho fatto cose plausibilmente impensabili e impensabilmente plausibili, e mi faccio domande, ma non mi do risposte. 01/05/04

L'unica cosa che ricordo di questo giorno è la visione di un programma televisivo relativamente interessante. Poi per il resto mi sono alzato, ho mangiato, ho risposto a bisogni, ho chiesto vacuità, sono andato a letto. Penso che potrei ricevere più informazioni cercando tra i log del mirc piuttosto che scavando nella memoria; anzi, più che scavare basterebbe rimuovere quel poco che c'è sopra, visto che si tratta di pochi giorni fa. Ma tanto sarebbe mortalmente noiosa anche nelle sue particolarità, questa vita, not only my life. Ah, ho anche studiato inglese. Andthesedicks. 30/04/04

Chi sceglie? Io ho scelto di non scrivere niente ieri e farlo oggi? Perché stamattina mi sono alzato alle 12? Perché non ho studiato, come avevo fatto durante questi ultimi giorni? Ma perché in questi ultimi giorni avevo deciso di cominciare a studiare? Non lo facevo da mesi e invece, in questi ultimi fottuti giorni mi rimetto a studiare. Ma fino a quando? Poi vado a letto presto, mi sveglio presto, ma perché? E' solo un periodo, come quando mi piaceva il pane tostato con sopra la salsa rosa; a voi piace? A me sembra solo che ci sia qualcuno sopra di me a muovere le fila, e non parlo del burattinaio che abita al sesto piano. E se fosse già tutto scritto? Mah, potrebbe anche darsi, ma vorrei tanto conoscere il mio scrittore, giusto per conoscerlo e prenderlo a bastonate. 29/04/04

Perché il mio telefonino non suona? O meglio, non vibra? Non che durante il suo anno di vita non abbia per niente stimolato le mie cosce o si sia dilettato in vorticose danze su ogni tipo di superficie, quindi questa paralisi mi preoccupa. Può darsi che rispecchi l'appiattimento della mia vita sociale (o rigonfiamento di quella asociale?) delle ultime settimane. Studia, ma non si applica, come direbbe l'insegnante tipo al genitore tipo in merito allo studente-figlio che tipico in questa scuola italiana sta diventando. Che rifiuti le chiamate in arrivo e i messaggi perché geloso di me, che lo tengo quasi sempre vicino? O forse al contrario mi odia ed è felice nel vedermi triste e pensieroso. E allora che muoia! In una dolce eutanasia morente mi saluta, e la luce sparisce. In attesa della successiva resurrezione giornaliera.
Questo l'ho scritto tre mesi fa, quindi niente spiegazioni, sono troppo lontane, però è come se l'avessi scritto ieri, anzi oggi, però alcune cose sono cambiate, però a voi non penso interessi molto.. o sì? 28/04/04

Potrei scrivere qualcosa sui libri che ho letto in questi giorni, potrei scrivere qualcos'altro sui sogni che mi hanno molestato, ma scriverò soltanto sui televisori che dominano il mio campo uditivo. Televisore in cucina, televisore nello studio, davanti a me quando sono al pc, televisore nell'appartamento sopra la mia testa. E parole parole parole che m'inondano con la loro inutilità. Ma poi come fanno a tenere il televisore acceso anche quando fanno altre cose? Non li disturba? Non azzardarsi poi a chiedere di abbassare il volume, ahi, sguardo cagnesco, lo fanno malvolentieri e se lo ricorderanno. Per fortuna in questo momento (quasi) tutto tace, e sono in grado di scrivere qualcosa. I pensieri balenano felici nella mia testa, forse godono di tutto quello spazio libero. Di sicuro mi sono fatto sfuggire un giorno per scrivere qualcosa, questo è doppio, anche se singolo. Capirete, forse. 27/04/04

Scorcio (per fortuna non ricordo con esattezza le parole) di un sogno pomeridiano:
Fuori da un qualcosa di governativo dove fanno esperimenti e visite di scolaresche.
"vorrei rientrare dentro o almeno far sapere che sono fuori"
"e come facciamo ragazzo, potresti venire da una scuola presieduta dal gabibbo"
Intanto io pensavo qualcosa su Antonio Ricci, e rimanevo fuori ad aspettare. Dopo un po' ci facevano uscire e dovevamo attraversare una strada dove il semaforo durava qualche secondo... poi per fortuna mi sono svegliato, almeno da sveglio le cose hanno un senso, o anche no. Tipo questo, di cui ringrazio qualcuno, anche se non ha un perché, il coso, non il tipo. 26/04/04

Ieri avevo talmente tanto sonno che non sono riuscito a scrivere niente, quindi scrivo solo oggi quello che avrei scritto ieri. Ma oggi cosa scriverò? Ma dove? Nello spazio di domani? E domani ieri? Credo che se continuassi l'universo avrebbe fine, quindi finirò qui. 25/04/04

Stamattina, come sovente accade negli ultimi tempi, ho fatto colazione con del tè. Ebbene, mentre rivoli di quel liquido caldo scorrevano dentro di me, anzi no, non è stato in quel momento, ma poco prima; non appena il mio labbro inferiore ha toccato la tiepida porcellana e quello superiore appena inarcato lasciava venir dentro il tè, e la lingua sentiva appena quel calore, in quel momento mi tornava alla mente un episodio della mia vita. Non che questo sia stato davvero importante per me. Non che questo non sia già capitato a milioni di persone, uno a caso (su per giù) Proust e la sua madeleine. Non che questo non mi sia già capitato, magari sempre con una tazza di tè davanti a me. Forse è colpa di Proust? Nonostante tutto, il ricordo risale a qualche anno fa, quando, dopo una partita di calcetto mi trovavo a casa dei miei nonni e sorseggiavo del tè in un bicchiere guardando nel frattempo un documentario sulla caduta dei Romanov. Loro vengono uccisi e io seduto bevo il mio tè, beccatevi questo. Oppure un altro ricordo mi vede seduto nello spogliatoio dello stadio, dopo la fine del primo o del secondo tempo di una partita di calcio; il tè è bollente, il bicchiere di plastica non è da meno, e io mi scotto un po' la lingua; alle volte sento ancora quella scottatura, come se non fosse passata, secondo voi è grave? Forse è grave il mio stato dopo aver scritto ciò, dopo tutti quei non che ho usato. Vabbè, non mi abbandonate. 24/04/04

Non lascerò che script php affollino la mia mente e lo spazio nascosto di questo sito, da ora in poi mi dedico a riempire di parole e css il mondo. Però un pizzico di automazione e di autorità non guastano, quindi li utilizzerò con moderazione. 23/04/04

Cos'è questo sito? Questo è un sito, certo. Ma a cosa serve? Un sito deve per forza servire a qualcosa? Tutto deve servire a qualcosa? Queste domande a che servono? Finirò mai questo progetto?
Chi vuol essere lieto sia, del prossimo minuto non v'è certezza. 22/04/04

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